Tutto comincia a gennaio quando si scopre che centinaia di siti hanno la dicitura "Sponsored by Chrome" ed hanno un identico comunicato di natura promozionale, il problema nasce dal fatto che il comunicato contiene un link alla pagina di download di Chrome non corredato dall'attributo nofollow (che dice ai motori di ricerca di ignorare ai fini del posizionamento quel link), inoltre i siti che contengono questo link sono delle tipologie più svariate ed i loro contenuti non hanno attinenza con la pagina di un browser e per finire i comunicati sono identici. Si trattava insomma di annunci a pagamento.
Tutti questi fattori avrebbero dovuto avere effetto negativo sul rank della pagina di Chrome che invece era in testa ai risultati di ricerca per "browser".
In Conclusione Google viola le sue stesse regole auree (unicità dei contenuti, link inerenti al contesto) per favorire il Suo browser a discapito della concorrenza. E' presto per dire se la vicenda avrà conseguenze legali (sopratutto per l'agenzia che ha organizzato la campagna), nel frattempo Google è corsa ai ripari penalizzando la pagina di Chrome per 60 giorni. Per approfondire (en)